15 aprile: giornata nazionale del Made in Italy

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Comunicato stampa n. 15/2025 del 14 aprile 

 

15 aprile: giornata nazionale del Made in Italy

 

Scarzanella: “Dai numeri dell’artigianato bellunese la programmazione del futuro delle imprese e del territorio”

 

Nella ricorrenza della Giornata nazionale del Made in Italy, fissata dal ministero delle Imprese per il 15 aprile, Confartigianato Imprese Belluno vuole porre l’attenzione sui numeri dell’artigianato bellunese, presentando i numeri elaborati dal centro studi di Confartigianato Imprese Veneto su Dati Unioncamere-Infocamere.

 

“Gli artigiani non sono fondamentali solo per l’economia ma anche per la tenuta sociale del nostro territorio bellunese. I numeri come sapete sono impietosi: in provincia di Belluno negli ultimi 10 anni c’è stato un calo delle imprese artigiane del 16,7%, contro il 10,5 del Veneto”. Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Imprese Belluno, nel momento della celebrazione dei 70 anni dell’associazione bellunese, aveva colto l’occasione per presentare la realtà fondamentale del mondo artigiano. Il 31,6% delle imprese della nostra Provincia sono artigiane contro il 26% della media veneta. “Siamo piccoli ma tanti, capillari, presidiamo e curiamo il territorio”.

 

Nella stessa cerimonia era emerso in maniera chiara – per voce di autorevoli relatori come il presidente di Confartigianato nazionale Marco Granelli e del conduttore di Linea Verde Start di Raiuno Federico Quaranta – come siano gli artigiani i protagonisti del Made in Italy. “Le nostre eccellenze artigiane – sottolinea Claudia Scarzanella – sono identità del territorio, vetrina tangibile e reale del Made in Italy ed elemento chiave per la tenuta del nostro tessuto socioeconomico: ad esse, in occasione delle Olimpiadi di Cortina, va dato il giusto spazio, coerentemente con la richiesta di autenticità che ci arriva non solo dai turisti, ma anche dai potenziali futuri abitanti”.

 

Le imprese artigiane in provincia di Belluno

 

Le imprese artigiane bellunesi rappresentano il 31,6% dell’intero tessuto imprenditoriale provinciale: 4.355 imprese, per un totale di 11.198 addetti. Tra le province venete, Belluno è quella con la più elevata incidenza dell’artigianato (la media regionale si attesta al 26,0%).

 

Suddividendo le imprese artigiane della provincia per comparto, emerge una presenza importante di imprese attive nelle costruzioni: ben il 40,9%, per un totale di 1.782 imprese. Seguono le imprese manifatturiere che rappresentano il 23,1% (1.008 imprese artigiane), quelle dei servizi alla persona (21,4%) e quelle dei servizi alle imprese (10,8%). In linea generale osserviamo una discreta concentrazione di imprese delle costruzioni in tutte le aree. I servizi alle imprese trovano invece una maggiore presenza nei territori del Bellunese e del Feltrino.

 

Imprese artigiane e territorio: gli ultimi dieci anni

 

“Nel corso degli ultimi 10 anni – illustra il direttore di Confartigianato Imprese Belluno Michele Basso – le imprese artigiane bellunesi hanno evidenziato un progressivo calo, con contrazioni più marcate nel corso del 2018 e del 2024. A livello regionale l’artigianato ha evidenziato un trend in progressivo calo ma meno marcato rispetto alla provincia di Belluno: rispettivamente, il calo è stato del 16,7% nel bellunese (da 5230 nel 2014 a 4355 nel 2024) e del 10,5% in Veneto.

 

Mettendo a confronto le imprese artigiane e non artigiane del bellunese c’è una generale tendenza al ribasso comune a tutte le imprese; tuttavia, per l’artigianato la contrazione rispetto al 2014 è stata leggermente più intensa: -16,7% rispetto al -14,3% delle non artigiane”.

 

La dinamica in ribasso dell’artigianato ha riguardato in linea generale l’intero territorio provinciale ma con diverse intensità. Il territorio ampezzano ha mostrato una sostanziale tenuta. I territori del Feltrino (-18,1%), dell’Alpago (-19,0%), del Cadore (-22,6%) e del Comelico (-23,4%) sono quelli che hanno evidenziato le contrazioni maggiori rispetto al 2014. Rispetto al pre pandemia si rilevano flessioni più significative sempre per il Feltrino (-12,8%) e anche relativamente al Cadore (-11,5%) territorio forse più vocato di altri al turismo. Per quasi tutti i territori della provincia l’ultimo anno ha evidenziato contrazioni, con valori che vanno dal -0,5% dell’Agordino al -6,2% dell’Alpago e del Feltrino.

 

Guardando al peso dell’artigianato in provincia, negli ultimi dieci anni si nota un leggero e progressivo calo dell’incidenza fino al 2021 (minimo: 30,9%; il peso dell’artigianato sul tessuto imprenditoriale bellunese nell’ultimo anno è invece tornato ad un livello superiore rispetto agli ultimi sei anni (31,6%), per effetto della maggiore contrazione delle imprese non artigiane.

 

In termini di dimensione di impresa, nel territorio della provincia di Belluno osserviamo un fenomeno in atto anche a livello regionale: alla riduzione del numero di imprese (dalle 15.282 del 2019 alle 13.772 del 2024 con un calo del -9,9%) si associa un aumento del numero di addetti (da 62.601 a 65.195). Questo si traduce in imprese più strutturate. Pertanto, la riduzione del numero delle imprese non va letta sono con una accezione negativa. Il fenomeno è piuttosto evidente guardando al tessuto imprenditoriale complessivo della provincia, ma è meno percettibile per l’artigianato dove le imprese calano del -8,9% ma calano anche gli addetti (-6,4%).

 

Mettendo a confronto i dati degli addetti con l’andamento della popolazione in provincia, emerge una relativa stabilità della popolazione (sia totale che in età lavorativa). La spiegazione sta nel fatto che il tessuto imprenditoriale bellunese, pur con le sue difficoltà, è in grado di attrarre e mantenere lavoratori, ma anche nella discreta qualità della vita.

 

Dinamica degli addetti negli ultimi cinque anni

 

Il manifatturiero è il comparto che ha subito la contrazione più elevata del numero di imprese: -24,3% rispetto al 2014 e -6,8% rispetto all’anno precedente.

 

Per le costruzioni si osserva una relativa tenuta del numero di imprese artigiane tra il 2020 e il 2022, per il traino dei bonus edilizi; in dieci anni il calo si attesta a -17,4% (nell’ultimo anno -4,6%).

 

Nei servizi alla persona e servizi alle imprese il calo delle imprese artigiane è stata relativamente più contenuto (-11% e -9%).

 

Dinamica degli addetti negli ultimi cinque anni

 

Per quanto concerne gli addetti occupati nelle imprese artigiane per comparto, nel periodo  2019 – 2024 per tutti i comparti la contrazione degli addetti risulta più contenuta rispetto a quella delle imprese, per un cambiamento di modello di business che prevedono un percorso di crescita che richiede maggiori competenze con la nascita del “fenomeno” degli imprenditori artigiani (di imprese individuali) che preferiscono chiudere l’attività e diventare dipendenti offrendo la loro elevata esperienza alle imprese un po’ più strutturate, che grazie a questi innesti di valore, risolvono, almeno in parte, la difficoltà di reperire manodopera qualificata. Nel manifatturiero si osserva la maggiore diminuzione (-12,6%). Nelle costruzioni appare più evidente il fenomeno della “maggior strutturazione delle imprese” concomitante all’inizio dei bonus edilizi (+2% di addetti nel 2022): le imprese calano del -7%, gli addetti del -4,4%.

 

Nei servizi alla persona, l’andamento di imprese artigiane e addetti è molto simile, fatta eccezione per l’ultimo anno dove si assiste ad una crescita del numero di addetti e ad una contrazione del numero di imprese: alla fine il calo è del -4,2% degli addetti e del -7,1% delle imprese

 

Nei servizi alle imprese c’è una flessione sia delle imprese che degli addetti: -7,3% e -5,8%.

 

Il commento della Presidente 

 

“I numeri – commenta Claudia Scarzanella – devono essere la base di partenza per definire la programmazione delle attività di Confartigianato Imprese Belluno. La sfida principale è culturale e richiede un’azione sinergica da parte di tutti gli attori coinvolti: imprenditori, scuole e politica devono convergere sul lancio di un messaggio chiaro ai giovani affinché l’artigianato venga considerato come possibile scelta e opportunità di realizzazione professionale e personale. La nostra associazione ha inoltre una partita importante da giocare, per affiancare le imprese nel percorso di ristrutturazione che prevede un cambio di passo su dimensioni, forme di aggregazione come le reti d’impresa, formazione continua e utilizzo di strumenti di bilateralità per competere nell’attrattività verso i dipendenti”.

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