Comunicato stampa n. 15/2024 del 24 aprile
Claudia Scarzanella, presidente Confartigianato Imprese Belluno: “La durata della stretta monetaria sta costando cara alle nostre imprese, mentre altre situazioni potrebbero diventare fonte di grande preoccupazione, prime fra tutti i rischi di natura geopolitica che ricadono sul commercio internazionale”
È di 30 milioni di euro l’extra costo da caro tasso di interessi bancari sopportato dalle micro e piccole imprese della provincia di Belluno. Una situazione che accomuna le province venete economicamente più forti. Infatti il Veneto, con i suoi 944 milioni di extra costo da caro tassi, è secondo in Italia, superato solo dalla Lombardia.
Il dato emerge da un’analisi compiuta dal centro studi Confartigianato. “Gli alti tassi d’interesse praticati dagli istituti di credito”, spiega Claudia Scarzanella, presidente Confartigianato Imprese Belluno, “oltre al rallentamento dell’economia, hanno comportato un calo dei prestiti alle imprese. A dicembre 2023 in provincia si conta 1 miliardo 545 milioni di euro di prestiti, con un calo tendenziale del 3,7% rispetto al 2021. Il punto più alto si era registrato a dicembre 2021, con 1 miliardo 104 milioni di prestiti”. Nel manifatturiero i prestiti alle imprese sono scesi a 526 milioni di euro, con un meno 6,3% tendenziale rispetto al 2021. Critica anche la situazione per il settore delle costruzioni che, con i suoi 124 milioni di euro di prestiti, ha visto una discesa tendenziale del 14,3% a fine 2023. Anche il credito alle imprese di servizi ha subito un rallentamento nell’ultimo trimestre del 2023. Già a settembre i prestiti erano scesi dello 0,4%, a dicembre la variazione è stata del meno 0,6%, attestando l’ammontare totale a 778 milioni di euro.
Lo studio Confartigianato ha anche analizzato le fonti di finanziamento delle micro e piccole imprese della provincia. “Al primo posto c’è l’autofinanziamento – dice la presidente Claudia Scarzanella – che interessa il 76% delle Mpi. Il credito bancario a medio e lungo periodo è praticato dal 34,7% delle imprese, mentre quello a breve dal 13,3%. Questa linea di tendenza conferma da una parte la capacità di investimento delle MPI, ma dall’altra è il segnale delle difficoltà di accesso al credito. Per questo il ruolo dei Consorzi artigiani di garanzia è sempre più centrale, unitamente agli stanziamenti camerali e comunali, in questa congiuntura rallentata e incerta. Da sottolineare anche lo scarso peso dei sostegni pubblici: solo il 2,7% delle imprese ha usufruito di incentivi e agevolazioni pubbliche, mente i contributi o fondi europei hanno interessato il 6,7% delle Mpi bellunesi”.
Il dato relativo al grado di dipendenza da fonti esterne di finanziamento delle imprese evidenzia che il 38,8% delle imprese bellunesi ha un certo livello di dipendenza, solo il 7,7% ha un’elevata o molto elevata dipendenza. “Ancora più evidente è il dato della dipendenza dalle banche – conclude Scarzanella – che riguarda il 38,7% delle imprese bellunesi, dato che vale il 18° posto in Italia. Hanno elevata o molto elevata dipendenza dalle banche il 10,2% delle imprese. Il credito è un termometro importante della salute della nostra economia. La durata della stretta monetaria sta costando cara alle nostre imprese, mentre altre situazioni potrebbero diventare fonte di grosse preoccupazioni, prime fra tutti i rischi di natura geopolitica che ricadono sul commercio internazionale”.