Con una recente sentenza, il Consiglio di Stato ha vietato la vendita del pane sfuso in modalità self service presso la grande distribuzione.
Il massimo organismo di consulenza giuridico amministrativa, con questo atto che vale su tutto il territorio nazionale, ha sposato quindi pienamente le tesi portate avanti con tenacia da Confartigianato e ha segnato la seconda vittoria dei panificatori artigiani, che avevano in precedenza ottenuto il divieto per la grande distribuzione di denominare il pane precotto con la dicitura “Pane Fresco”.
La “svolta” è avvenuta nel dicembre del 2020 quando i carabinieri dei Nas di Lecce hanno sequestrato 23 chilogrammi di pane e imposto la sospensione della vendita in modalità “self service” a un supermercato. La struttura commerciale aveva immediatamente presentato ricorso contro i provvedimenti adottati, ma il Consiglio di Stato, nelle scorse settimane, ha giudicato tale ricorso inammissibile con diverse motivazioni tra le quali quella che evidenzia come la modalità di vendita self service di pane sfuso risulti del tutto inidonea a garantire le più elementari esigenze d sicurezza alimentare. Inoltre, la sentenza afferma che il pane sfuso ottenuto da completamento di cottura del pane precotto deve essere confezionato prima della messa in vendita e non può essere confezionato dal cliente.
“Dopo aver ottenuto il divieto sempre da parte della grande distribuzione di denominare il pane precotto con la dicitura “Pane Fresco”, – ha affermato il Presidente della Federazione Alimentaristi di Confartigianato Imprese Veneto Cristinano Gaggion – con questa sentenza il Consiglio di Stato ha sancito il coronamento positivo di un’altra battaglia combattuta nei confronti di una prassi consueta nella grande distribuzione ritenuta -a ragione- da noi non conforme alle norme igienico sanitarie”.
Questa sentenza va a tutelare ottanta laboratori artigiani (ed i loro 452 addetti) che ogni giorno sfornano in Provincia di Belluno quintali di pane e panificati rispettando un rigido sistema di controllo alimentare introdotto dal legislatore per garantire la sicurezza e l’igiene dei servizi e dei beni destinati alla vendita (HACCP acronimo di Hazard Analysis Critical Control Point, in italiano “Analisi dei rischi e dei punti critici di controllo”).
“Il pane è un prodotto che non si sbuccia e non si lava, ma si consuma tale e quale e pertanto deve essere trattato con tutte le precauzioni igienico sanitarie del caso, proprio per azzerare i rischi per la salute del consumatore. – ha affermato il Presidente dei Panificatori di Confartigianato Belluno, Alberto Ghedina – Salute del cliente che rappresenta il principio che sta alla base del lavoro quotidiano che viene fatto all’interno dei punti vendita. Che da sempre devono sottostare a regole e prescrizioni ben precise, che se non rispettate comportano multe salate.”