L’idrogeno nel trasporto: un futuro a colori o in bianco e nero?

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Tratto da “La Federazione” di Confartigianato Imprese Veneto

Dal lancio del Green Deal nel 2019 da parte della Comunità Europea l’obiettivo della neutralità climatica diventa sempre più incalzante e il contributo che l’Europa dà in termini di emissioni di CO2 è molto consistente ed il settore energetico contribuisce per i ¾ del totale. Nello specifico il settore dei trasporti a sua volta contribuisce da solo per 1/4 del totale. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni, dibattuto anche in occasione del Cop26 di questi giorni, sembra che non possano prescindere dalla eliminazione della dipendenza dei combustibili fossili ed è così anche nel caso dell’impiego dell’idrogeno come vettore energetico.

Relativamente a queste tematiche il Consiglio regionale del trasporto merci del Veneto ha potuto confrontarsi i giorni scorsi con la dott.ssa Elena Barbera, assegnista di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, per avere un quadro scientifico un po’ più chiaro rispetto a questo argomento. Quando si parla di idrogeno è bene innanzitutto specificare che si sta parlando non di una fonte energetica bensì di un vettore energetico, dal momento che l’idrogeno molecolare H2 non esiste in natura! I principali “colori” dell’idrogeno prodotto attualmente sono: grigio, blu e verde.

La produzione di idrogeno grigio è frutto del processo di reforming del gas naturale (SMR) che implica la reazione di metano e vapore in presenza di catalizzatori. Tale processo, su scala industriale, richiede una temperatura operativa di circa 800 °C ed una pressione di 250 Bar. Per ogni kg di idrogeno prodotto in questo modo si generano 7-10 kg di CO2, un processo decisamente non sostenibile.

La produzione di idrogeno blu prevede che la C02 emessa durante il processo venga catturata e stoccata in giacimenti, tuttavia non è ancora chiaro dove e come avverrà lo stoccaggio ipotizzando una produzione su larga scala. Diverso il processo che porta alla produzione di idrogeno verde: grazie all’energia elettrica prodotta da fonti di energia rinnovabili (eolico, fotovoltaico) si può alimentare il processo di elettrolisi dell’acqua che consente di generare idrogeno senza emissioni di CO2.

“La produzione di idrogeno verde attualmente è una percentuale minima rispetto a quello prodotto con l’utilizzo di fonti fossili. Questo elemento risulta determinante se vogliamo guardare all’idrogeno come alternativa davvero green agli attuali combustibili. Senza considerare che le pipe line, ovvero l’infrastruttura di trasporto del prodotto energetico, non sono in grado allo stato attuale di trasportare l’idrogeno nelle condotte dove oggi passa il metano, l’idrogeno è molto più leggero e necessita di livelli di pressione diversi!”. Il commento del Presidente regionale Trasporto Merci Michele Varotto. “La posizione degli autotrasportatori” prosegue Varotto “è quella di accogliere sempre con curiosità e sensibilità ogni possibile alternativa per un futuro più pulito, ma l’idrogeno sembra avere ancora molta strada da fare. Seguiremo comunque con attenzione gli sviluppi che avrà la ricerca scientifica in quest’ambito, le energie vanno concentrate su progetti davvero sostenibili e che prevedano soluzioni integrate, noi ci siamo ma forse sarebbe conveniente prima studiare gli possibili scenari e poi mettere in strada i mezzi, non viceversa”.

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