Comunicato stampa n. 25/2024 del 20 giugno
Ad incidere USA, Germania e Francia, principali mercati bellunesi
La presidente Scarzanella: “Creiamo network internazionali e puntiamo ad altri Paesi”
Il Made in Veneto all’estero è in difficoltà, e non fa eccezione il made in Belluno. Il panorama geopolitico non agevola l’internazionalizzazione, così come il periodo di rialzo dei tassi di interesse imposto dalla BCE e gli aumenti del costo delle materie prime e dell’energia che le aziende stanno ancora ammortizzando.
I dati del primo trimestre 2024, elaborati su fonte Istat dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, evidenziano una contrazione dell’export dove la manifattura si è sempre distinta positivamente. Il manifatturiero bellunese ha registrato in questo primo trimestre un calo pari a -4,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, dato leggermente migliore rispetto alla media regionale (-5,1%), ma lontano più di due punti percentuali rispetto al dato nazionale, che si è attestato al -2,3%.
Belluno ha esportato maggiormente nei Paesi Extra UE, riscontrando un -7,5% rispetto al 2023.
“Fortunatamente questi dati negativi vengono in parte mitigati dalla proiezione delle aziende manifatturiere verso altri mercati – spiega la presidente di Confartigianato Imprese Belluno – mostrando capacità di adattamento e di lettura delle dinamiche economiche e sociali degli altri Paesi. Le imprese bellunesi riscontrano dati molto positivi verso Hong Kong (+71,5%), Brasile (+28,5%) e Regno Unito (+28,3%). È necessario diversificare la strategia economica interna, offrendo alle imprese bellunesi e venete una serie di servizi funzionali e strategici per il loro rafforzamento sull’export, quali infrastrutture legate alla mobilità e alla tecnologia, logistica, trasporti”.
Altro dato emerso dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto è il peso dei settori manufatturieri a maggior concentrazione MPI a Belluno, che rappresenta l’85,1% sul totale, con il settore mobili che porta un +33,8% rispetto al 2023.
“L’internazionalizzazione delle imprese va accompagnata con analisi del mercato, delle variabili di marketing, con il superamento degli ostacoli linguistici, con l’adattamento dell’offerta rispetto alla domanda – afferma Scarzanella -. Strategico diventa instaurare relazioni con gli stakeholders e creare network internazionali, dotandosi di un adeguato management. Tutti elementi di competitività non sempre possibili per le Pmi per mancanza o impossibilità di reperimento delle risorse. In questa fase delicata di cambiamento la Confartigianato sta sostenendo le proprie imprese attraverso progetti di formazione e internazionalizzazione per far conoscere il made in Italy all’estero”.
Elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat